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Il Secolo XIX Domenica 12 agosto 2007
ditelo a Maggiani

Anche la storia dice che Capraia è ligure

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Leggo che l’isola di Capraia vorrebbe esser annessa alla Regione Liguria. Nel presentare la notizia, l’autore dell’articolo, Francesco Segoni, scrive: "Le ragioni per farlo non sono un problema: quelle si trovano sempre". Vorrei ricordare che per l’isola di Capraia esistono fondatissime motivazioni storiche. Quell’isola infatti apparteneva alla Repubblica di Genova dalla metà del Cinquecento e tutte le cartine della Repubblica la riportano sempre, insieme alla Corsica. In realtà l’isola di Capraia è passata dalla Provincia di Genova a quella di Livorno solo nel 1925. Forse quando le motivazioni ci sono non occorre far tanta fatica per trovarle! [L'ultimo periodo non compare nella versione pubblicata, ndr]

Franco Bampi e-mail

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Il Secolo XIX Sabato 11 agosto 2007

LA PROPOSTA DI UN CONSIGLIERE LEGHISTA

Capraia sogna di sposarsi con la Liguria

Francesco Segoni

CAPRAIA (LIVORNO). «Ora basta, vogliamo andarcene dalla Toscana. E forse la Liguria sarà più madre e meno matrigna», ha tuonato Sergio Tascini, consigliere leghista nel Comune dell’isola di Capraia, una delle perle dell’arcipelago toscano. Non bastava la vicenda di Cortina d’Ampezzo: il desiderio dei Comuni italiani di «migrare» verso altre regioni sta diventando una moda. Le ragioni per farlo non sono un problema: quelle si trovano sempre. Le motivazioni citate dal fantasioso consigliere poi, non sono poi nemmeno particolarmente originale: i cari, vecchi soldi.

Dalla transizione a nord-ovest, Tascini si aspetta infatti un beneficio innanzitutto economico, che la Regione Liguria potrebbe offrire «esentandoci, per esempio, dall’Iva i generi più essenziali. Lo sanno i signori della casta regionale che a Capraia benzina e gasolio costano per tutti come il Brunello di Montalcino?». Quest’ultimo punto, a dire il vero, riguarda praticamente tutti, dalle Alpi a Pantelleria. Ma Tascini non demorde, e avrebbe addirittura inviato ai leader nazionali del partito, Umberto Bossi e Roberto Maroni, un documento in cui chiede formalmente un referendum per trasferire Capraia dalla Toscana alla Liguria.

Ci tiene alla correttezza, il leghista Tascini, che precisa: «Sia chiaro che non siamo noi isolani a tradire, è la Regione Toscana che ci tradisce sistematicamente». Tra le prove dell’infedeltà subita, cita il «disastroso stato di abbandono di decine e decine di immobili della ex colonia penale, chiusa da quasi 20 anni ma inutilizzabile dalla regione per motivi politici», e ancora lo stato in cui a suo dire verserebbe il parco naturale dell’arcipelago: «Una situazione peggiorata ancora oggi con il nuovo presidente Mario Tozzi, che fa la prima donna in tv ma qui viene solo per vagheggiare improbabili progetti no oil, no plastic e forse no capraiesi, vieta l’eolico, propone di vietare le auto anche ai residenti, e malgrado i divieti più feroci di accesso alla zona A, taglia i controlli dal mare dei volontari riconosciuti dalla Capitaneria, perché non ha 5 mila euro di rimborso benzina per tutta la stagione». Tascini ha detto di essere «stato tra i volontari» e ha ricordato le «tante uscite con la barca a cacciare intrusi, compresi certi pseudoambientalisti locali».

Probabilmente non si arriverà a mobilitare i rimorchiatori e puntare verso nord, con tanto di isola al traino. Più semplicemente, si tratta di un messaggio. Il malcontento alla Capraia è forte, si attendono risposte concrete dalla terra ferma.

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Il Secolo XIX Domenica 12 agosto 2007

LA PROPOSTA DI UN CONSIGLIERE

Voglia di secessione
Capraia con la Liguria

GENOVA. Sostanzialmente è accaduto questo: Sergio Tascini, consigliere comunale di Capraia, isola nel canale di Corsica, vorrebbe abbandonare la Toscana per unirsi alla Liguria. Più giusto dire, anzi, riunirsi perché Capraia restò alla Repubblica di Genova quando la Corsica passò alla Francia, appartenne alla provincia di Genova fino al 15 novembre del 1925 e, addirittura, fino al 1 gennaio del 1977 faceva parte dell’arcidiocesi genovese. Motivo della secessione di Capraia dalla Toscana sono i soldi. La Toscana non fa sconti alle 335 anime che popolano l’isolotto. Alla proposta replica il comico genovese Enrique Balbontin, osservatore di usi, costumi e difetti dei liguri. L’ultimo tormentone della premiata ditta genovese Balbontin, Fabrizio Casalino e Andrea Ceccon è lo sketch con cui a Colorado Caffè hanno messo a nudo l’inospitalità dei liguri: un turista tedesco entra in un’osteria e chiede quali sono le specialità della casa. Risposta del ristoratore: «Torta di riso e prenderlo nel... Ma la torta di riso è finita».

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