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Il Secolo XIX
Giovedì 22 gennaio 2004
il CASO
Riviera è soltanto quella ligure
Savona. Giù le mani dalla Riviera. Passi per quella del Garda e del Brenta,
che intanto non danno fastidio. Ma che quella magica parolina, capace di evocare spiagge
assolate e mare blu, venga utilizzata per definire la costa adriatica, o quella romagnola,
o ancora la si trovi nelle Marche per indicare la Riviera, appunto, del Cònero, oppure
in Istria e perfino in Libano e in Turchia per quelle relative, è davvero troppo. Qui si
rischia l’inflazione. Da ultimi, ci si sono messi pure gli americani a chiamare le coste
meridionali della Francia “French Riviera”.
A Savona (Riviera di Ponente) non ci stanno. E da qualche anno, nelle storiche stanze
della locale Camera di commercio, circola un progetto: riappropriarsi del termine Riviera.
E, soprattutto, impedire agli altri di utilizzarlo. Costi quel che costi.
Le grandi manovre inizieranno sabato prossimo, quando ad Alassio, alle 17 nella civica
biblioteca, verrà presentato un libro che si intitola “Riviera. Storia millenaria di un
termine globalizzato”, scritto da un eccellente storico savonese, Furio Ciciliot.
Sì, perché prima di dar mandato agli avvocati, a palazzo Lamba Doria, si sono premurati
di avere, come si dice, le spalle coperte. E così hanno arruolato lo studioso che ha
fatto, a quanto pare, un buon lavoro. Ma, soprattutto, ha fornito all’ente camerale la
pezza d’appoggio tanto agognata: la prova della primogenitura ligure del termine Riviera.
Nei documenti medievali, in effetti, la parola c’è. E non si tratta di documenti
qualunque. Nei “Libri iurium” del Comune di Genova, risalenti al 1149-1150, i Liguri
sono chiamati “Riparii”, che vuol dire appunto “rivieraschi”. Ma non basta. E così, ecco
spuntare nel cartulario di Arnaldo Cumano, in un atto del 1180, la parola “Rivera”.
Ciciliot, studioso serio, non prende posizione sulla “vexata quaestio”, però scrive:
«Il più antico cartulario notarile esistente al mondo è conservato a Genova ed il secondo
a Savona».
Non di soli cartulari è fatto il patrimonio documentario nazionale, ma trovare
attestazioni più antiche sarà effettivamente complicato.
Nel libro, Ciciliot scandaglia la storia del termine e ne descrive la
fortuna all’estero. Tutto cominciò con “Il dottor Antonio”, romanzo
sulle delizie rivierasche, scritto da Giovanni Ruffini e pubblicato ad
Edimburgo nel 1855. Fu così che la Riviera cominciò a girare il mondo.
Ferdinando Molteni
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