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Il Dialogo
n. 1 - marzo 2003
Riviera di Levante, Riviera di Ponente
Franco Bampi
Recentemente ho ricevuto vari messaggi di posta elettronica e ho letto
diverse pubblicità sui giornali che celebrano le caratteristiche della
"riviera" Romagnola e l'incontestabile ospitalità della gente di
Romagna. Ad alcuni sfuggirà, ma in questa pubblicità c'è un piccolo grande neo:
"riviera" è un termine che non va usato per la costa di Romagna!
Sarebbe come se si volesse chiamare "Costiera" una costa diversa da
quella Amalfitana, oppure "Versilia" una terra lontana dalla spiaggia
toscana. La motivazione di ciò è stata fornita in più occasioni dalla
professoressa Corinna Praga e ripresa da molte altre persone che hanno a
cuore l'identità ligure (per una rassegna più completa si veda il sito Internet
http://www.francobampi.it/genova/tutto_bene/riviere/ ).
In latino due sostantivi foneticamente simili tra loro, rivus e ripa,
indicano rispettivamente un corso d'acqua dolce (ruscello - rio) e un ripido
pendio, cioè il punto d'incontro tra il mare ed una terra piuttosto scoscesa
dove più facile è l'ancoraggio e la protezione delle navi. Come si trova su un
qualunque dizionario, deriva da rivus il nome comune "riviera", usato
per indicare le sponde delle acque dolci: la “riviera del Garda” o la “riviera
del Brenta” ne sono due esempi.
Diverso è il discorso per ripa. A Genova il termine ripa indicò, in modo
etimologicamente corretto, il porto, ossia un approdo con riparo (ancor oggi ne
conserviamo memoria nel toponimo "Sottoripa"). A causa delle variazioni
fonetiche della lingua genovese, si mutò in riva, esattamente come "rapa"
si trasforma in rava e "capello" in cavello. Ed ecco la Riva ossia il
porto di Genova dove si ad-rivava e si offriva alle navi possibilità non solo di
sbarcare e imbarcare merci, ma anche di trovare sicuro riparo ed assistenza. La
Riva era unica, al centro. Le località minori della Liguria, senza porto, a
levante e a ponente, per distinzione, vennero dette Rivee. Tale termine non era
usato per gli abitanti di città con porti sicuri come, ad esempio, Savona. In
italiano Rivea muta in "Riviera" e, con le aggiunte di Levante e di
Ponente, appare sulle carte nautiche e su quelle topografiche già dal secolo XV,
come nome proprio di tutta la costa ligure e solo di essa; anche sulle carte
geografiche attuali nessun altro lido appare con questo appellativo. Corinna
Praga conclude così:
Occorre chiarire l'equivoco e
pretendere che il nome proprio sia protetto da marchio di garanzia prima
che, per «usucapione», altri luoghi se ne impossessino, Se poi i Romagnoli,
o chiunque altro, usano «riviera» con la minuscola, nome comune affiancato
all'aggettivo della loro terra, vien fatto di pensare che si giudichino da
soli «gente d'acqua dolce». La mia convinzione, tuttavia, è che non si
tratti d'ignoranza, ma piuttosto di una puntina d'invidia nei confronti
della collaudata fama della costa ligure che, con il nome Riviera ospitò,
nei secoli passati, i primi «turisti» stranieri venuti a svernare nei paesi
del sole. |
Così la penso anch'io, e aggiungo che si sta tentando di chiamare il "Mare
Ligure" con l'improprio appellativo di Alto Tirreno, mentre ormai si è
consolidato il termine "Basso Piemonte" per terre che, come ho illustrato
su «Il Dialogo» dell'ottobre 2001, furono per secoli Liguri e
fedeli alla Repubblica di Genova. Infine voglio denunciare che da qualche tempo
nei dintorni di De Ferrari si legge la scritta "Sestiere Carlo Felice"
mentre la corretta toponomastica ci insegna che quel sestiere
si chiama Portoria. Sulla base di quanto qui tracciato e ripetutamente e
autorevolmente provato, mi rivolgo ai parlamentari liguri e agli amministratori
delle nostre comunità esortandoli a intervenire per rendere giustizia alla Liguria
e ai suoi plurisecolari toponimi.
Liberamente tratto da Corinna Praga, Strade di
Genova - Storie di Nomi nella storia,
Sagep - Il Secolo XIX, Genova 1999, pp. 123-125
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