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Il Giornale
Domenica 22 maggio 2005

Una sorta di «project financing» d'altri tempi era stato rifiutato dalle prime amministrazioni cittadine. Ma poi nessuno ha saputo finire l'opera

Gli americani volevano fare il Metrò a ponente

A guerra finita era stata presentata un'offerta per completare i lavori iniziati dal regime fascista in cambio della gestione della linea

FABRIZIO GRAFFIONE

Anche la giunta
di Camogli firma
la petizione
sostenuta
dal Movimento
Indipendentista

Il sindaco di Camogli Pippo Maggioni, a capo di una coalizione di centrosinistra, e tutta la giunta, più un paio di consiglieri, si alleano con gli abitanti di Sampierdarena «contro» il Comune di Genova per la battaglia della metropolitana. Da mesi i residenti chiedono che per l'underground più corta del mondo vengano realizzate delle fermate anche nella delegazione del ponente cittadino, ma finora le numerose richieste non hanno ricevuto risposte da Tursi e Ansaldo. Il movimento indipendentista ligure di Franco Bampi e Vincenzo Matteucci ha gia raccolto centinaia di firme e distribuito migliaia di volantini nel capoluogo ligure. L'iniziativa del Mi! nei giorni scorsi ha oltrepassato i confini della Lanterna arrivando fino all'estremo levante dell'area metropolitana genovese, dove i «cugini» camoglini hanno accolto con entusiasmo l'iniziativa. Tanto che la giunta di centrosinistra non ci ha pensato due volte: sindaco e assessori hanno preso carta e penna e hanno firmato per la metropolitana a Sampierdarena. Ma la battaglia del Mil ha riscosso successo anche fra numerosi cittadini genovesi e anche a Chiavari, dove il professore Stefano Massa ha scovato negli archivi della biblioteca di Firenze un articolo di una rivista del ventennio che descriveva l'inizio dei lavori per il metrò genovese con stazione di partenza proprio a Sampierdarena e quella di arrivo addirittura a Sturla passando per il centro città.

Ieri un anziano abitante della delegazione del ponente ha testimoniato come, negli anni 1945 e 1946, in pieno piano Marshall, gli americani si fossero dimostrati interessati a realizzare una «subway» genovese sullo stile di New York o San Francisco. Anzi, gli statunitensi avevano già presentato la loro proposta ripetutamente a due giunte, una moderata, l'altra di sinistra, anticipando di mezzo secolo quel «project financing» poi adottato nei giorni nostri e tanto decantato dalle giunte rosse di palazzo Tursi.
«In sostanza - spiega un nostro lettore sampierdarenese - nel dopoguerra, nell'ambito dei piani di intervento per aiutare lo sviluppo economico italiano, il governo americano aveva appoggiato alcune aziende a stelle e strisce che ci avevano proposto di costruire la metropolitana da Sampierdarena al levante cittadino. I costi dell'opera sarebbero stati a carico degli impresari Usa che, in cambio, volevano la gestione dell'impianto ferroviario sotterraneo per trenta anni. Già cinquanta anni fa gli Stati Uniti avevano presentato il progetto alle giunte comunali genovesi. Non se ne fece nulla e ancora oggi dobbiamo sapere perché».

Da Sampierdarena a Camogli. «Io e gli assessori, insieme a due consiglieri comunali - spiega il sindaco Pippo Maggioni - abbiamo firmato i moduli per portare la metropolitana a Sampierdarena perché la riteniamo un'iniziativa giusta e utile per tutti. In particolare per quei tanti pendolari camoglini che ogni giorno si spostano a Genova per lavorare. Molti si devono recare in ufficio proprio nella delegazione del ponente genovese e mi sembra quindi utile avere un tracciato della metropolitana più articolata di quello pensato e progettato finora».

Secondo Bampi e Matteucci, Camogli non è il solo comune «esterno» ad appoggiare la loro battaglia. «Sono arrivati moduli sottoscritti anche da abitanti di Imperia e da residenti di altri paesi della provincia genovese - dicono i rappresentanti del Mil -. Significa che in molti hanno capito l'importanza della nostra iniziativa che è portata avanti nell'interesse di tutti perché si possa usufruire della metropolitana che da piazza De Ferrari arrivi almeno fino a Sampierdarena».

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