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La Vecchia Darsena e l’Ancien Régime


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Venerdì 10 settembre 2004

GeNova 2004 prosegue l’iter degli eventi programmati. Seppure non ancora completato, il Museo del Mare è stato inaugurato il 31 luglio. Il Museo d’Arte Moderna, chiuso nel 1989 per restauri, dovrebbe finalmente riaprire i battenti al pubblico questo autunno. Sembra proprio che l’anno della cultura, visti i lavori ancora in corso, continuerà oltre i 366 giorni canonici previsti per il 2004.

Il neo Museo del Mare si presenta alla città con un gran frontale “vetrato” sovrapposto al prospetto dell’antico edificio affacciato sulla Vecchia Darsena. Un edificio storico conosciuto anche con il nome di “Quartiere Galata”, in ricordo dell’omonimo fondaco posseduto dai Genovesi nel XIII secolo a Costantinopoli, l’antica Bisanzio, oggi Istanbul.

Anticamente lo specchio acqueo della Darsena era suddiviso da un piccolo molo, la parte di ponente era riservata alle galee, quella di levante alle barche. Proprio in quest’area nacquero questioni per stabilire il diritto all’approdo. Fu così che nell’ottobre del 1585 i Padri del Comune, il magistrato dell’antica Repubblica di Genova che si occupava dell’edilizia e della manutenzione dei moli, fu costretto ad intervenire. Il magistrato decretò che i quattro approdi nella “Darsena delle barche” fossero equamente e distintamente assegnati fra gli abitanti della riviera di Levante, di Ponente, della Provenza e della Corsica.

Queste disposizioni furono scritte su di una targa di marmo che ancora si potevano leggere nel 1720.

Il complesso di edifici, prospiciente l’antica Darsena, fu conservato anche dopo le trasformazioni avvenute alla metà dell'ottocento con lo spostamento dell'Arsenale, ormai divenuto militare, a La Spezia. Proprio in quegli anni, infatti, la struttura fu destinata a magazzini commerciali, aggiungendo la famosa facciata dell'orologio. La parte interna, con le sue lunghe gallerie sovrapposte, fu quindi adattata a magazzini e destinata ai Provveditori di Bordo del Porto di Genova. Il grande edificio, oggi ristrutturato, dovrebbe ancora conservare, nella parte perimetrale, i pilastri che reggevano la tettoia della costruzione originale risalente al XVI secolo, insieme alle due grandi volte al piano terreno e al primo piano databili al XVIII secolo.

Oggi il “Quartiere Galata”, per mano dell’architetto spagnolo Guillermo Vázquez Consuegra, è stato destinato al nuovo Museo del Mare, dove sono stati ricavati, dai locali dell’antico arsenale, gli attuali spazi espositivi. All’esterno, purtroppo, la facciata dell’orologio è stata “inscatolata” e racchiusa fra lastre di vetro, profilati d’acciaio e solette di cemento armato. Una scelta perlomeno discutibile se si considera che è stata fatta fra i molti progetti presentati nell’ambito di un concorso internazionale. Sarebbe interessante sapere quali sono state le “linee guida” che hanno ispirato il Sindaco, o la Commissione preposta, a scegliere un progetto che avrebbe sottratto alla vista l’immagine di quest’antico edificio.

In quest’area, come sappiamo, si tenevano, sino ad una decina d’anni fa, traffici rumorosi e si manipolavano derrate d’ogni genere. Quelle grandi volte hanno racchiuso odori ed essenze di spezie provenienti da paesi lontani. Profumi e afrori si mescolavano fra loro in un indefinibile ma, al tempo stesso, inconfondibile odore, sul quale ogni giorno poteva prevalere, in modo diverso, quello del mare chiuso, dei filetti di stoccafisso o di aringhe, di caffè o di vino travasato. Naturalmente poi c’erano i rumori dei carri e delle carrette, dei vagoni per Santa Limbania, degli autocarri, delle voci, delle urla potenti di chi imprecava e di chi “tirava” anche qualche moccolo.

La Darsena era popolata da provveditori, sensali, camalli, spedizionieri, doganieri e da personaggi che sembravano usciti dalla penna di Victor Hugo. Una corte chiusa ma al tempo stesso un crocevia aperto ai traffici ed agli scambi commerciali, dalle Americhe sino al lontano Oriente.

Purtroppo l’orologio della Vecchia Darsena ha ormai scandito il suo tempo, lo stemma di Genova che era sulla facciata è scomparso insieme agli odori e agli umori che vi aleggiavano intorno. Forse sono rimasti imprigionati negli scagni abbandonati, ridotti come fantasmi ibernati che annaspano dietro i vetri di una gabbia di cristallo.

Il sole rifletterà la propria luce su quei vetri facendoci scoprire, anziché le antiche vestigia dell’Arsenale delle Galee, uno skyline di tipo nordamericano. Un’immagine, quella dell’antica Darsena, che si è ritenuto di dover nascondere, forse perché inadatta a rappresentare la “cultura” celebrata quest’anno per GeNova 2004.

Il materiale espositivo del nuovo Museo del Mare ha già avuto un buon successo di pubblico, non sappiamo però se la soluzione architettonica adottata per il restauro dell’edificio della Vecchia Darsena sarà egualmente apprezzata. In ogni caso, potrà anche essere possibile, in occasione di un prossimo evento culturale, trovare una Giunta disponibile ad “inscatolare” similmente anche la Lanterna. In fondo, questo “ vecchio faro” non è altro che un simbolo dell’Ancien Régime costruito durante la Repubblica di Genova. Una simbologia che, peraltro, in un recente passato, è stata ritenuta obsoleta anche dall’attuale nostro Sindaco.

Armando Di Raimondo

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