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Corriere Mercantile Mercoledì 19 agosto 2009

IL RICORDO

Enrico Carbone
una vita dedicata alla cultura genovese

Due filastrocche riferite da Enrico Carbone, da tempo sul favoloso Franco Bampi Web

Un giorno, un personaggio piuttosto conosciuto era ospite di uno dei “Martedì in Compagna”. Quando mi accinsi a presentarlo Enrico Carbone mi apostrofò bonariamente dicendomi: «Cöse ti fæ? Ti voriæ miga presentâlo?» E aveva ragione: presentare una persona conosciuta vuol dire dimenticarsi necessariamente di qualcosa di importante che ha fatto. E questo è ciò che succederà a me adesso che mi appresto a ricordare lui, Enrico Carbone, una significativa e poliedrica personalità che ha partecipato attivamente alla vita culturale, e non solo, di Genova e della Liguria.

Carbone aveva una grande passione, che io condivido con lui: essere genovese. «Di Quarto», diceva con un sorrisetto per lasciare intendere che genovese genovese proprio non lo era! (Nel 1923, quando Carbone nacque, Quarto era comune autonomo riunito a Genova solo nel 1926). Pur impegnandosi fattivamente con altre associazioni culturali, tra cui occorre ricordare la Società Ligure di Storia Patria e la Società Dante Alighieri, io ho sempre percepito in lui uno speciale attaccamento e affetto nei confronti de “A Compagna”. Toccò a lui prenderne le redini quando, prematuramente, mancò il presidente Luigi De Martini; la condusse per una decina di anni (dal 1975 al 1986) ma, in realtà, fu sempre attivo e disponibile all’interno dell’Associazione con contributi di ogni genere, dedicando ad essa quella attenzione e quella cura puntuale che lo resero un punto di riferimento per tutti i soci. A livello regionale fu Carbone ad intuire che occorreva riunire le varie associazioni che operavano in Liguria nel settore della cultura locale: divenne stimolo, promotore e presidente della Consulta Ligure, fondata da sei associazioni nel 1973 ed attualmente composta da oltre cinquanta sodalizi. La sua attività, la sua giovialità, il suo infaticabile impegno e, soprattutto, il suo carattere sempre giovane e ironico e mai banale, lo resero conosciutissimo. Per me era usuale, parlando della Compagna, sentirmi dire: «A Compagna... io ho conosciuto Carbone».

Lavorò al Banco di Chiavari e della Riviera Ligure e ne fu condirettore. Quando la Banca cambiò l’assetto azionario Carbone rimase profondamente e durevolmente afflitto dal fatto che nessun imprenditore genovese avesse voluto impegnarsi a guidare una banca genovese e ligure “in attivo”! Lui e la moglie, professoressa Maria Grazia Pighetti, formavano una coppia eccellente: entrambi colti, garbati e, dote rara, assolutamente affascinanti nel raccontare le cose!

Io voglio bene ad Enrico Carbone: e gli sono riconoscente per avermi insegnato e dato tanto quando io, raggiunto l’apice della mia carriera universitaria, ho scoperto da lui che avevo moltissimo da imparare: per questo Carbone è una delle due persone che nella mia vita amo chiamare maestro.

Franco Bampi
[Presidente de "A Compagna"]

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