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Gazzettino Sampierdarenese
Anno XXXII - N. 8 31 Ottobre 2004

Ricordo del grande poeta sampierdarenese

Luigi Cornetto al Museo della Lanterna

L’indimenticabile amico Luigi Cornetto è nato a San Pier d’Arena, qui da noi, il 12 dicembre del 1924. È quindi nato nell’allora Comune di San Pier d’Arena, cioè prima che si formasse la “grande Genova”, invenzione fascista del 1926 ottenuta sopprimendo, purtroppo, ben 19 comuni limitrofi: le famose “delegazioni”. Cornetto amava San Pier d’Arena e la poesia qui a lato, inedita e pubblicata oggi per la prima volta dal “Gazzettino”, lo dimostra pienamente. Ma Luigi amava tantissimo i caruggi, la Genova antica, la Genova della Storia: quella parte cioè dell’odierna città che va dal Mandraccio a Capo di Faro (Cô de Fâ, la parte genovese della Lanterna, mentre Pê de Fâ, Piede di Faro, è la parte sampierdarenese). Per questo molta della sua prolifica ed efficace vena poetica tratta e parla dei caruggi, della gente di quei posti e degli animali, gatti, cani, colombi, e perfino lucciole, che quei posti condividono con l’uomo.

Cornetto non c’è più: ci ha lasciato il 21 febbraio del 2003, ma possiamo ancora incontrarlo al Museo della Lanterna, un museo multimediale che ci propone, attraverso immagini e testi, un percorso tutto genovese. E lì, in una intervista che ha rilasciato seduto in piazza De Marini, Cornetto ci parla del centro storico, della Genova di una volta, dei caruggi. Affascinante e coinvolgente quando recitava le poesie, possiamo riascoltarlo nel video mentre recita “Camixe”, il suo primo cavallo di battaglia, e “Caruggi”, il suo vero e proprio testamento spirituale d’amore per questa città e per la sua plurisecolare lingua: il genovese. E io, che con lui parlavo solo ed esclusivamente in genovese, non posso esimermi dal concludere con queste parole: scusime, Luigi, se pe sta vòtta chi no t’ò parlòu in zeneize.

Franco Bampi

San Pê d’Ænn-a

L’é vêo
no ho mai parlòu
ò scrito de ti
ma l’é normale
comme se parlesse
de ’na mæ gamba,
di mæ euggi che
fan parte de mi
da quande son nasciûo.

Tutti san
che son teu figgio
t’ê sempre into mæ cheu,
in ògni mæ sospîo.
No ho bezeugno
de parlâ de ti
se mi respîo.

Luigi Cornetto
Arvî 1978

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