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INEDITO
Inviato e non pubblicato Lettere al Decimonono

Maggiani e la Storia

[ Prosecuzione ]

Genova, 15 novembre 2000

Raramente leggo gli interventi di Maggiani: persona intelligente, bravo scrittore, ma di periodo un po' troppo lungo. Quello di oggi 15 novembre 2000 mi ha attratto: i libri e la storia! Quale sarà il contributo di una persona colta e intelligente su un tema così difficile? Oggi ho letto Maggiani: oggi Maggiani mi ha deluso. Ho trovato l'intervento ideologico e mistificatorio. Cito dall'articolo: "la seconda guerra mondiale. Vinta da un'alleanza di paesi democratici con un paese comunista (...) che nel frattempo è stato sconfitto, in maniera assai diversa e con tutt'altri mezzi" rispetto alla sconfitta del fascismo e del nazismo. Questo mi pare un atteggiamento assolutamente giustificatorio delle atrocità commesse dai regimi comunisti e da Stalin in particolare che combatté la seconda guerra mondiale. Atrocità in confronto alle quali quelle fasciste e naziste, che pur fortemente denuncio e deploro, sono ben poca cosa! Molto più di ottanta milioni sono le vittime dei regimi comunisti: vittime ignorate e dimenticate, vilipese e offese da un colpevole oblio solo perché vittime innocenti del più atroce di tutti i regimi della storia: il regime comunista!

E mi chiedo quale possa essere stato lo stato d'animo di un parente delle persone che Tito ha fatto gettare, vive!, nelle foibe o di un cittadino italiano dell'Istria, costretto a fuggire dalla furia comunista (come accadde all'ex sindaco Sansa) leggendo quanto, sull’argomento, ha scritto Maggiani: "ricordare le foibe è ricordare ciò che le aveva generate". Non so se ciò sia consolatorio per alcuno ma, secondo Maggiani, la responsabilità delle foibe è del regime fascista e del fatto che, tra i collaborazionisti fascisti gettati nelle foibe, c’erano (forse per sbaglio?) anche cittadini incolpevoli!

So che non riuscirò mai a capacitarmi di ciò, ma ancora una volta devo prendere atto che persona colta e intelligente può fare affermazioni che suonano da insulto a lui stesso.

Prof. Franco Bampi
francobampi@francobampi.it

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Dopo aver constatato che questa lettera non veniva pubblicata ho deciso, diversamente dal mio comportamento usuale di non criticare le scelte fatte dalla Redazione di un giornale, di scrivere un "e-mail" direttamente a Luisa Forti. Ho inviato questo "e-mail" martedì 21 novembre 2000 e non ho mai avuto risposta.

Un quesito personale

Cara sig.ra Forti,

le scrivo anche se, temo, non riceverò risposta; spero solo che Lei legga personalmente questa mia lettera.

Mercoledì 15 novembre ho scritto una lettera al decimonono che le ho sottoposto e di cui allego la copia e-mail. In quella lettera criticavo, spero con un minimo di gusto, le posizioni che Maggiani aveva espresso sul Secolo XIX di quello stesso giorno: posizioni che francamente ho giudicato vergognose: ritenere le foibe un fatto grave solo perché persone incolpevoli sono state uccise assieme a collaborazionisti fascisti (questi, si vede, degni di essere barbaramente eliminati) è una cosa semplicemente inqualificabile. Mi sarei aspettato una pubblicazione con replica di Maggiani, per concedere a un collaboratore del giornale l'ultima parola, replica alla quale, in linea di principio, mi sarei astenuto dal rispondere. A tutt'oggi il mio contributo è stato ignorato. Pur non volendo minimamente entrare nelle scelte editoriali di un quotidiano (chieda a Paternostro che mi conosce personalmente quale sia stato, da sempre, il mio stile con i giornali) mi piacerebbe sapere perché il mio contributo non è stato pubblicato.

Avanzo alcune ipotesi:

  1. ho parlato male di Maggiani e non si deve fare;
  2. ho detto che il comunismo è il regime più atroce della storia e non è vero;
  3. ho condannato con troppa benevolenza i regimi fascista e nazista e occorre più foga;
  4. solo chi è autorizzato può usare le parole fascismo, nazismo e soprattutto comunismo.

Potrei proseguire, ma sarei più contento se fosse lei, che ritengo equilibrata e senza atteggiamenti censori, a farmi capire cosa nella mia lettera ne ha impedito la divulgazione.

Con stima e cordialità.

Franco Bampi

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