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Gazzetta del Lunedì Lunedì 31 luglio 2000
Le Opinioni

Federalismo e risorse economiche

La stesura del nuovo statuto regionale rappresenta una interessante occasione per evidenziare, da federalista convinto, alcuni aspetti che giudico fondamentali per dare "corpo" all'istanza federalista.

In primissimo luogo va posto l’aspetto economico: si chiami statuto speciale, si chiami autonomia, si chiami indipendenza o qual si voglia altra denominazione, se non ci sono le risorse economiche ogni buona intenzione sarà vana. Per la rinascita della Liguria bisogna ottenere che gran parte dei tributi, oggi ingoiati dalla voracità statale, restino alla comunità ligure. Solo così si avranno a disposizione le risorse per creare quelle infrastrutture indispensabili per il rilancio della Liguria e la cui mancanza costituisce oggi il maggior impedimento per la crescita dell'economia ligure. È solo il caso di menzionare che la Sardegna trattiene per sé il 70% dell'Irpef e dell'Irpeg mentre su alcuni tributi, ad esempio l’Iva, il Trentino Alto Adige arriva a trattenere fino al 90% del gettito. I porti liguri mandano nelle casse dello Stato centrale 4-5 mila miliardi l’anno, mentre l’Irpef pagata annualmente dai Liguri ammonta a ben 32.000 miliardi, visto che nel bilancio del 1998 la Regione ha previsto in 160 miliardi il gettito dell’addizionale Irpef dello 0.5%.

Inoltre per poter davvero decidere quale sia la politica economica più congrua per la nostra Liguria (ad esempio quali siano il costo e il livello di burocrazia tollerabili) è indispensabile riconoscere alla Regione la capacità di stabilire i propri tributi, che oggi sono decisi tutti a livello centrale. Parimenti i beni del demanio statale devono essere assegnati alla Regione. Ricordo che lo statuto della Regione Sicilia già stabilisce quanto da me qui richiesto per la Regione Liguria.

Infine, se vogliamo essere rispettosi della nostra storia, non dobbiamo dimenticare che le quattro province liguri hanno caratteristiche e culture molto simili e molto diverse e che Genova viene spesso accusata di essere troppo “centralista”. Il modello da seguire per la Liguria è quindi quello di garantire il massimo dell’autonomia alle comunità locali: come il Trentino Alto Adige è l’unione di due province autonome, perché non pensare a una Regione Liguria che sia l’unione di quattro o cinque province autonome?

Questa è la grande sfida che dovrà affrontare il nuovo statuto della Regione Liguria: restituire dignità e responsabilità al popolo ligure mettendolo in grado di decidere davvero il proprio futuro.

Franco Bampi

Genova, 8 luglio 2000

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