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Il generatore automatico dei piani sanitari

Nota. In Rete è reperibile Polygen, un programma che genera frasi casuali secondo una definizione grammaticale, ovvero seguendo un corpus programmabile di regole sintattiche e lessicali. Tra le varie ed interessanti applicazioni che il sito Polygen propone, vi è anche quella che genera automaticamente un piano sanitario in accordo con la tabella qui riportata.

D/755 Roma, luglio (ISIS)

Uno studio linguistico sui vari programmi o Piani sanitari di questi ultimi anni è stato condotto a termine dal prof. Marco Marchi dell'Istituto di Biostatistica ed Epidemiologia dell'Università di Pisa e dal prof. Piero Morosini, direttore di laboratorio dell'Istituto Superiore di Sanità. Dai testi dei programmi e dai Piani presi in esame sono stati estrapolati i concetti e le frasi più ricorrenti realizzando, così, la tavola che presentiamo. Questa tavola è stata battezzata, dagli autori, con l'espressione "Generatore automatico dei piani sanitari".

L'utenza potenziale si caratterizza per il ribaltamento della logica assistenziale preesistente nel primario interesse della popolazione sostanziando e vitalizzando nei tempi brevi, anzi brevissimi, la trasparenza di ogni atto decisionale.
Il bisogno emergente privilegia il superamento di ogni ostacolo e/o resistenza passiva senza pregiudicare l'attuale livello delle prestazioni recuperando ovvero rivalutando in un'ottica preventiva e non più curativa la non sanitarizzazione delle risposte.
Il quadro normativo prefigura un organico collegamento interdisciplinare ed una valutazione al di sopra di interessi e pressioni di parte ipotizzando e perseguendo in un ambito territoriale omogeneo, ai diversi livelli, un indispensabile salto di qualità.
La valenza epidemiologica riconduce a sintesi a puntuale corrispondenza fra obiettivi e risorse secondo un modulo di interdipendenza orizzontale non assumendo mai come implicito nel rispetto della normativa esistente una congrua flessibilità delle strutture.
Il nuovo soggetto sociale persegue la verifica critica degli obiettivi istituzionali e l'individuazione di fini qualificanti in una visione organica ricondotta a unità attualizzando e concretizzando nel contesto di un sistema integrato l'annullamento di ogni ghettizzazione.
L'approccio programmatorio estrinseca il riorientamento delle linee di tendenza in atto con criteri non dirigistici non sottacendo ma anzi puntualizzando quale sua premessa indispensabile e condizionante il coinvolgimento attivo di operatori e utenti.
L'assolto politico - istituzionale si propone l'accorpamento delle funzioni ed il decentramento decisionale al di là delle contraddizioni e difficoltà iniziali potenziando e incrementando nella misura in cui ciò sia fattibile l'appianamento delle discrepanze e discrasie esistenti.
Il criterio metodologico presuppone la ricognizione del bisogno emergente e della domanda non soddisfatta in maniera articolata e non totalizzante non dando certo per scontato con le dovute ed imprescindibili sottolineature la ridefinizione di una nuova figura professionale.
Il modello di sviluppo porta avanti la riconversione e articolazione periferica del servizio attraverso i meccanismi della partecipazione evidenziando ed esplicitando in termini di efficacia e di efficienza l'adozione di una metodologia differenziata.
Il metodo partecipativo condiziona un corretto rapporto fra strutture e sovrastrutture senza precostituzione delle risposte attivando e incrementando a monte e a valle della situazione contingente la demedicalizzazione del linguaggio.

È possibile, utilizzando la tabella, sviluppare un numero eccezionale di frasi con risultati in cui è detto tutto e niente. Gli autori, presentando questo loro studio dichiaratamente provocatorio e dissacrante, affermano che la tabella dovrebbe essere motivo di riflessione e di ripensamento per tutti coloro che sono impegnati nella elaborazione di testi e che, sovente, si lasciano prendere la mano dalla cosiddetta "nuova sociologia dello scrivere. Praticamente basta scegliere uno qualsiasi dei dieci soggetti esposti nella prima colonna ai quali far seguire uno qualunque dei dieci verbi della seconda e, così via, tutte le altre frasi della colonna successiva.

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